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Abstract: La trilogia persiana nasce a puntate, sollecitata dagli spettatori veneziani ansiosi di conoscere il seguito delle avventure di Ircana, la schiava “indiavolata” che, nella Sposa persiana, era solo la comprimaria di una vicenda di edificazione coniugale, e invece era divenuta la loro beniamina grazie al fascino di Caterina Bresciani. La tragicommedia orientale era stata infatti il massimo successo teatrale del secolo, con ben 34 repliche. Nella sua persia di cartapesta, che ripropone i fondali dell’iconografia turchesca alla moda, Goldoni esplora allora, lungo tre tappe successive in cui finisce per rovesciare letteralmente di segni i presupposti della storia, un universo psicologico inedito, dove è lecito degustare i sapori forti dell’erotismo, dell’ambivalenza e della nevrosi – poco adatti ancora alla commedia borghese e realistica – in intrecci melodrammatici ricchi di elementi spettacolari, ma anche di scabrosi inserti comici. Un caso in cui la scelta drammaturgica scaturisce da un’interazione particolarmente stretta fra la ricerca d’autore, i suggerimenti attoriali e la domanda del pubblico. Il testo della Sposa persiana ha vissuto una storia avventurosa e affascinante; questa edizione dà conto, per la prima volta, di manoscritti e stampe pirata che se ne fecero, molto diverse. Dalla composta versione a stampa voluta alla fine dal commediografo, ansioso di presentare il suo trittico esotico in veste, al solito, culta e morigerata.